domenica 13 febbraio 2011

La Fabbrica - OLIVETTI

che ne dite ?


credo che su questo il dibattito sarà particolarmente interessante.

facciamo poi un confronto con

5 commenti:

  1. Indubbiamente Adriano Olivetti è stato un precursore in quel che riguarda l'etica aziendale o comunque la soddisfazione dei suoi dipendenti come l'organizzazione del lavoro non solo con gli ingegneri ma anche con uno psicologo e per la costruzione delle fabbriche usando ferro e cristalli per permettere agli operai di "osservare il cammino del sole". Sinceramente, quello che più mi ha colpito, è stato quello di creare un asilo nido vicino l'azienda e concedere alle madri un permesso di 9 mesi retribuiti, cosa che per quento riguarda la prima possiamo trovare solo nelle grandi aziende ma non italiane purtroppo tantè che dopo la gravidanza 8 donne su 10 abbandonano il lavoro perchè ovviamente non riescono sia per tempo che per costi a sostenere quasi un "doppio lavoro". Ora che sembra cosi strano concedere ala donna la possibiltà di svilluapsi sia nel mondo lavorativo sia nella figura di madre, all'epoca per A.O. era quasi un azione dovuta un concetto nato dal connubio di istruzione socialista e religione calvinista. Credo un esempio che molti dovrebbero osservare .
    Donatella Paduano

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  2. Interessante ,inoltre, il parallelo che potrebbe essere fatto tra un operaio medio di ieri e uno di oggi entrambi impegnati presso importanti aziende italiane che hanno segnato la storia di ieri e di oggi,come l'Olivetti e la Fiat; colpisce,immediatamente,come prima oltre a poter trascorrere le vacanze estive ed invernali fuori dalla propria città si riuscisse anche pian paino a riscattare un appartamento che quindi diveniva di proprietà, mentre oggi a stento si riesce a garantire una vita dignitosa per e la propria famiglia.

    inoltre posto un link in cui uno dei manager della lavazza spiega come hanno organizzato l'azienda per un lavoro eccellente.

    http://www.youtube.com/watch?v=hN6elX7QgrI

    Francesca Ruggiero

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  3. Interessante,il parallelo tra l'operaio medio di una fabbrica di ieri come l'Olivetti e quello presso una importante azienda di oggi come la Fiat; si nota ,infatti, come oltre ad avere possibilità economiche diverse , l'Olivetti gratificasse i suoi dipendeti per i risultati ottenuti con salari superiori al 20% dello standard, oggi invece a stento si riesce a mantenere quello minimo previsto dalla legge.

    Inoltre posto un link dove uno dei manager della Lavazza spiega come hanno organizzato l'azienda per poter svolgere un lavoro eccellente.

    http://www.youtube.com/watch?v=hN6elX7QgrI

    Francesca Ruggiero

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  4. I video proposti evidenziano, dal mio punto di vista, un tema attualissimo che è possibile estrinsecare nel seguente interrogativo: il lavoro è un diritto, un privilegio, una concessione o una consolazione? La risposta a questa domanda non è sicuramente delle + facili visti gli ultimi, drammatici accadimenti in materia ma i video mettono in evidenza una palese, seppur opposta, visione al riguardo. Nel primo estratto si evince la chiara intenzione e la disponibilità di chi dirige uno stabilimento di mettere in condizione i propri lavoratori di svolgere al meglio la loro attività. L‘obiettivo della conduzione del fattore umano è quello, infatti, di guidare e motivare al meglio, anche attraverso importanti incentivi monetari e non, le risorse umane impiegate: fare ciò significa soprattutto“… promuovere le condizioni che rende effettivo il diritto al lavoro…” concetto menzionato dall’ articolo 4 della costituzione. Proprio in quanto diritto, il lavoro non dovrebbe essere visto come un premio di consolazione per chissà quale sforzo o situazione drammatica ma in quanto (e lo è) strumento di realizzazione, gratificazione professionale e personale (che è uno dei principali obiettivi dell’uomo secondo Maslow).Nel secondo video, infatti , notiamo come il lavoro stesso diventa elemento di demotivazione e disincentivazione: il sapere di poter essere licenziati, piuttosto che lavorare con l’ansia di essere messi in cassa integrazione da un momento all’altro per non possedere quelle condizioni familiari, fisiche, sociali tanto gravi da garantirsi il proprio posto di lavoro è, secondo me, fortemente demoralizzante.

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  5. Tutti e tre i commenti che avete fatto sono assolutamente pertinenti e mi trovano d'accordo. Adriano Olivetti è stato un grande "precursore" (di tempi che però non sono ancora arrivati). Secondo me è un esempio molto interessante di ciò che si può fare. Chi è interessato ad approfondire può fare riferimento anche a "La città dell'uomo" edizioni di comunità. In aula, ad ogni modo, leggeremo un capitolo.
    Il riferimento alla Lavazza è assolutamente appropriato. Possiamo, se lo ricordiamo, commentarlo insieme in aula.
    Il riflesso "sociale" delle considerazioni che stiamo facendo è evidente. Può essere interpretato come una conferma della stretta interrelazione che esiste tra i sistemi organizzativi e l'ambiente esterno e tra diversi sistemi organizzativi.
    molto bene
    g.

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