giovedì 10 febbraio 2011

L'organizzazione migliore

oggi abbiamo discusso in aula del tema delle organizzazioni migliori.
se voi foste costretti a scegliere, quale dei modelli giudichereste preferibile?
avete esempi da condividere?

3 commenti:

  1. Dal mio punto di vista nessuna delle ipotesi di organizzazione può essere considerata ottimale o migliore delle altre in via assoluta; tuttavia, se costretto, opterei per la quarta ipotesi secondo la quale “L’efficacia dell’ organizzazione passa attraverso la legittimazione del contesto sociale”. Affermo questo perché credo che, qualunque sia l’ obiettivo o il progetto da realizzare, esso si possa concretizzare pienamente solo in base a ciò che il contesto sociale recepisce e nel modo in cui esso lo fa. Prendendo come riferimento i post precedenti infatti, il successo del film non può dipendere solamente dalla qualità degli attori, dello staff cinematografico o della sceneggiatura in sé, ma si dovrà tener conto della capacità del pubblico di cogliere e comprendere tale qualità.
    Proprio per giungere a tale fine, l’organizzazione non può essere statica ma deve necessariamente mutare a seconda dell’ output e degli obiettivi che essa intende perseguire e, di conseguenza, a seconda dei soggetti a cui il prodotto finale è indirizzato.
    Luigi Sorrentino

    RispondiElimina
  2. Analizzando singolarmente le quattro concezioni che determinano la cosiddetta “Organizzazione Migliore”, prediligo la “legittimazione del contesto sociale”. Questa si fonda sull’analisi del contesto normativo, sociale, culturale e politico in cui l’azienda opera. In merito a questa concezione vorrei presentare un esempio scaturito dalla lettura di un articolo tratto dal Corriere della sera, il quale individua le motivazioni per le quali Starbucks non è presente in Italia. Da un punto di vista culturale si può rilevare, infatti, che gli Italiani amano il “classico caffè espresso”, orgoglio nazionale nel Mondo! Sarebbe pertanto quasi offensivo per un Italiano bere il caffè lungo tipico di Starbucks che inoltre risulta notevolmente più costoso. Né il contesto sociale italiano consentirebbe di trascorrere del tempo, oltre a quello istituzionale della pausa caffè, per degustare una City Mug più idonea all’asporto che al consumo in loco. La motivazione principale del mancato inserimento di Starbucks nel mercato italiano, però, è da ravvisare nell’altissima offerta di caffè a buon mercato, effettuata dai moltissimi bar presenti ad ogni angolo di strada. Anche se è da rilevare che, soprattutto nelle grandi città italiane, si sta cominciando a diffondere la moda del bar-libreria che consente di trascorrere più tempo conciliando il piacere della buona lettura a quello di una buona tazzina fumante di caffè. È proprio in virtù di questa nuova tendenza che Starbucks potrebbe, in un futuro non troppo lontano, riconsiderare la convenienza a tuffarsi nel mercato italiano. A conclusione posso affermare come il mutamento di un elemento inerente un contesto sociale, politico, culturale possa consentire ad un’azienda di ottimizzare la propria organizzazione.

    Ecco il link: http://archiviostorico.corriere.it/2006/agosto/04/libero_mercato_che_caffe_vincente_co_9_060804003.shtml

    FEDERICA PANARIELLO.

    RispondiElimina
  3. il commento del vostro collega riflette una visione dello sviluppo delle imprese sicuramente condivisibile.
    Credo, anzi, che oggi il tema dei riflessi sociali delle attività economiche sia valutato con un'attenzione ben inferiore al giusto.
    Il tema teorico che si collega alle riflessioni del vostro collega (se vi interessa possiamo occuparcene - però dovete sollecitarmi voi) riguarda il rapporto che esiste tra le singole organizzazioni e l'ambiente esterno. Vi anticipo che su questo il dibattito è molto ricco e articolato.
    l'articolo suggerito dalla vostra collega è molto interessante e particolarmente appropriato.
    Dopo averlo letto, provate a chiedervi se alle spalle del ragionamento sul libero mercato non si nasconda anche il problema che più ci interessa e che riguarda il motivo per il quale le organizzazioni nascono si sviluppano e crescono. In un certo senso, la nascita delle imprese e delle organizzazioni si può leggere come una soluzione data al problema del coordinamento economico diversa rispetto a quella del libero mercato (se non è chiaro, ne riparlo al corso - però dovete ricordarmelo voi).
    Entrambi i suggerimenti e i commenti sono particolarmente appropriati.
    buona domenica
    g.

    RispondiElimina