giovedì 26 marzo 2009

Crisi economica e reazioni sociali

vi segnalo questi due articoli. si riferiscono ad alcuni degli effetti sociali che si stanno manifestando in risposta alla crisi economica di oggi.

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_929438154.html

http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/News/112445

volevo chiedere il vostro parere, e vedere se possiamo confrontarci su questo
volevo anche chiedervi se avete altri riferimenti che potrebbero essere aggiunti a quelli che vi ho adesso indicato

G.

12 commenti:

  1. suggerisco questa ottima spiegazione tramite video del collasso del sistema di crediti americano.

    http://www.crisisofcredit.com/

    I non anglofoni avranno difficoltà purtroppo

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  2. ho trovato anche quella sottotitolata, qui la prima parte:

    http://www.youtube.com/watch?v=dNu7bbZgaq4&feature=player_embedded

    Lascio a voi il compito di trovare le altre :D

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  3. Il tema in questione è scottante e tali atti sono a mio avviso deplorevoli e spero il frutto di azioni messe in atto solo da pochi facinorosi.Certo non si può non comprendere la disperazione di un dipendente per la perdita di un posto di lavoro, ma allo stesso tempo bisogna capire che spesso i
    licenziamenti sono necessari e indispensabili per la sopravvivenza dell azienda.Bisognerebbe far capire che evitare il fallimento di un azienda è meglio per tutta la collettività,in quanto essa genera un ingente flusso di ricchezza economica e culturale di cui usufruisce tutto il territorio del luogo in cui ha sede e non solo!!!una soluzione a questo problema potrebbe essere l applicazione della così detta "flex security";ovvero maggiore flessibilità del lavoro garantendo allo stesso tempo forme di protezione sociale in caso di licenziamenti o sospensioni dell attività produttiva.

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  4. ovviamente certi atteggiamenti sono deplorevoli come dice il mio collega Liùk. Tuttavia non più deplorevoli di quelli di certi alti dirigenti bancari quali gli ex direttori di Lehman Bros e di Royal Bank of Scotland solo per citarne alcuni. Credo che ormai la questione recessione sia chiara a tutti, e che sia chiaro a tutti ormai di chi siano le responsabilità. La colpa non è nè nei cittadini americani della classe media nè nel metodo di finanziamento sub-prime (che è per l'appunto una semplice modalità di prestito) che la stampa ci presenta come l'incarnazione del demonio. La colpa è proprio di quei banchieri che (complici i tassi d'interesse record applicati dall'amministrazione Bush nonché l'alta speculazione sui mercati immobiliari presente negli Stati Uniti già dagli ultimi anni del governo Clinton) hanno deciso di impacchettare tali mutui rischiosi e di rivenderli ad altre istituzioni finanziare in tutto il mondo (con agenzie di rating che hanno fatto il gioco delle banche) al solo scopo di arricchirsi senza scrupoli e senza preoccuparsi che in rischio c'erano risparmi di milioni di persone.

    "You know what a chazzer is? It's a Yiddish word for "pig." See, the guy, he wants more than what he needs. He don't fly straight no more." [cit. Scarface]

    Roberto.

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  5. ho appena visto il video postato da sephirot. Veramente curato anche perché spiega il collasso del sistema finanziaro mondiale dal principio. Da quando cioè la Federal Reserve abbassa i tassi all'1% e analizza il problema dei RMBS che diventano di CDO che poi rappresentano il nodo dell'attuale crisi; il tutto con una grafica molto simpatica ed un commento che veramente può essere capito benissimo dai non "addetti ai lavori".

    Roberto.

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  6. il video di sephirot mi sembra un ottimo suggerimento.
    i dati che oggi sono lanciati da Confindustria sono assolutamente allarmanti sia in termini di ricchezza prodotta sia in termini di produzione industriale.
    La situazione è infatti molto negativa ed il disagio sociale legittimamente ed inevitabilmente aumenta.
    Per quanto riguarda le responsabilità, è sicuramente difficile poter mettere i segni con la matita rosso-blu, ma che vi sia stata una corresponsabilità diffusa nel top-management del sistema finanziario internazionale, credo, rappresenta un'affermazione ragionevole
    G.

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  7. segnalo l'intervento del governatore della Banca di Italia

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/03/Draghi-Banche-centrali.shtml?uuid=03e81d60-1af1-11de-b96a-a70fa1246a48&DocRulesView=Libero

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  8. riguardo a questo argomento voglio suggerire un filmato tratto da un documentario che ha destato scalpore in tutto il mondo. Mi riferisco a Zeitgeist, e il filmato in questione, sul sistema economico mondiale, è abbastanza inquietante. Sarebbe interessante sentire anche l'opinione del professor Mangia.

    http://www.youtube.com/watch?v=_c5gDcc1DV8
    il filmato è composto di tre parti, di cui questa è solo la prima.

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  9. ho visto il video.
    L'analisi e la comprensione delle regole del sistema finanziario sono un tema di grande interesse. Vi sono delle discipline universitarie centrate su questi temi.
    dal punto di vista organizzativo vi è un aspetto molto interessante che riguarda la governance.
    I sistemi di governo delle imprese ne definiscono e ne condizionano inevitabilmente il comportamento e le azioni.
    in un altro post, ho segnalato alla vostra attenzione il concetto di critical management studies.
    CMS è un termine comparso negli ultimi 10 anni per indicare diversi gruppi di lavoro, presenti in business school americane, francesi e inglesi, che adottano un approccio critico o problematico ai temi tradizionalmente affrontati dalle discipline manageriali.
    Si tratta di un tema molto interessante che ha un suo riconoscimento anche all'interno della conservatrice Academy of Management.
    G.

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  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  11. non sono per nulla stupito da avvenimenti del genere..
    purtroppo qui occorre rivoluzionare tutta la società: ridistribuzione della ricchezza, certezza del posto di lavoro (per chi merita sia chiaro) quindi meritocrazia, ricambio generazionale dei vertici del potere, delle università, della p.a ecc ecc...

    vedo che però il popolo italiano non è molto propenso a cambiamenti di questo tipo, il nostro cervello è annebbiato da mezzi di comunicazione che ci mostrano solo il lato positivo della medaglia: il bel paese, il sole, il mare, i monumenti, la pizza e il mandolino!!
    se ci rendessimo davvero conto di quello che è successo, di quello che sta succedendo e soprattutto di CIO' CHE ACCADRA', le nostre coscienze magari si rivitalizzerebbero!!!!! Se venissimo davvero a conoscenza della verità, quello che è successo in sardegna capiterebbe in tutte le fabbriche italiane, in tutti gli uffici, in tutte le scuole ecc ecc..
    vorrei tanto continuare, ma forse è meglio che la finisco qui! il mio commento si limita solo a ribadire che nemmeno una crisi economica di questa portata riesce a smuovere le coscienze di un popolo che vive nel suo status di indifferenza.

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  12. ritengo che il tema sia oggi molto pressante.

    non trovate che le considerazioni che stiamo facendo, tutte relative a temi di business (organizzazione, disegno strategico, questioni macro-enomiche...) abbiano in realtà un contenuto etico molto forte?
    il discorso sulle organizzazione ha implicazioni inevitabilmente etiche, sia perhcè tocca l'individuo sia perchè riguarda la società e le istituzioni.
    è ovvio che il tema della business ethics è uno dei più scivolosi e tricky in assoluto. si rischia infatti di farne l'ennesimo specchietto per le allodole.
    se marspars, ma come tutti, ha qualche suggerimento su post che posso rilanciare...mi dica senza problemi.
    G.

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